“La casa e il sacro” Napoli, aprile duemilaventi
MANOVALANZA per FESTIVAL VETTOREUTOPIA
Soggetto e regia: Adriana Follieri
Fotografia: Davide Scognamiglio
Operatore e chitarra: Pellegrino Tulino
Lenti e distratti rituali.
Prove per imparare ad amare le forme non uniformi, non conformi, il corpo irregolare che sono.
Sono vecchia.
Il fuori è un vortice.
È un precipizio questo ultimo piano, col vento contro, col vento a favore. Anche il vento sale, all’ultimo piano, difficilmente si sporge giù. E la città prova ad arrampicarsi su se stessa. Usa me per appoggiare le sue altissime impalcature: queste città, visibili dal balcone, geometrie di rientranze e sporgenze, di scale e ballatoi, e ancora scale per arrivare al cielo.
Non so se è da dentro o da fuori che ho guardato crescere questa laboriosa torre, se la babele è anche la mia.
Ora tutto è sospeso, e alla sera non si è alzato un solo centimetro. Il vento si infila nella ferraglia e suona incessante.
Nonostante questo un rondone mi prende per nido, mi entra dentro vorticoso, guarda le mattonelle antiche, mi guarda, benedice, e vola veloce.
Adriana Follieri
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