Da un progetto fotografico di Davide Scognamiglio
Storia
ex voto suscepto (per voto fatto) è una pratica comune a molte religioni, ed è l’impegno che il credente assume, purché ne venga esaudita la richiesta fatta.
Una pratica di rapporto diretto tra l’umano e il divino, che si esplicita nel dono in cambio dell’impegno preso. Gli ex voto, quando sono esposti in luoghi di culto, sono espressione di un desiderio esaudito, che attraverso un processo di purificazione, passano da essere oggetti quotidiani a doni sacri.
La pratica più diffusa nell’Europa mediterranea è quella di devolvere al santo, una parte del corpo in argento e più precisamente, quella parte interessata dalla preghiera; in passato infatti gli ex voto riguardavano anche gli animali, quando questi costituivano il fondamento economico e nutritivo di una famiglia.
Progetto DESIDERIO
Che cosa succede se invece di esprimere i desideri siamo coloro che possono realizzarli?
Cosa succede, quando la pratica votiva che usiamo in preghiera, viene rivolta a noi? L’ex voto non subisce il processo di purificazione e decade in stato di abbandono, perché alla preghiera si è risposti con la razionalità; se i santi chiedessero il perché, non ci sarebbero grazie; se i santi anteponessero la razionalità ai desideri nessuno crederebbe in loro…se solo la nostra classe politica capisse che ciò che muove il mondo in fondo altro non è che desiderio!
Mi interessa come reagisce il devoto da una posizione di forza; mi interessa vedere l’uomo inginocchiato davanti ai sui stessi desideri e il silenzioso riflettere su questi annegati, sui desideri cha ha fatto annegare.
Più che un’esposizione, penso a momenti di raccoglimento, dove i fruitori possano dedicare, per un tempo non stabilito, una riflessione sul desiderio e sulla razionalità.
Più che ad una esposizione, penso ad un intimo e silenzioso “processo di purificazione”.
Progetto di allestimento di un percorso interiore
Il tema che ha ispirato il progetto di allestimento è il gioco fra RIFLESSI E RIFLESSIONI. I riflessi sono quelli dell’acqua, quelli della superficie nella quale il fruitore si riconosce, quelli colti sull’ex-voto al momento dello scatto. La riflessione è quella che la mostra riuscirà innescare nel fruitore.
-In una chiesa, le immagini light-box sono allestite nei confessionali disponibili e completamente integrate nell’allestimento del luogo sacro, emergono come piccole fonti di luce che fuoriescono dal confessionale; un piccolo cuscino rosso posto frontalmente all’opera, invita delicatamente l’osservatore alla riflessione, all’inginocchiamento.
– In una sala in cui sono allestite sei stazioni di riflessi e riflessione configurate da teli verticali ortogonali alla parete. Ogni stazione è un momento e un luogo di riflessione e raccoglimento sul tema del progetto DESIDERIO.
Per ogni stazione un’immagine, per ogni stazione il racconto di un desiderio, una storia.
I desideri annegati sono la sola luce dell’intera esposizione.
La mostra si visita individualmente, in penombra, nel tempo che ciascun fruitore riterrà necessario o vorrà impiegare.
Foto – Ex Voto
Oggetto del progetto di esposizione sono le fotografie del progetto DESIDERIO. Ogni foto è pensata retro-illuminata e inserita all’interno di una cornice-scatola, appesa alla parete di fondo di ogni stazione, a circa 150 cm dal suolo. Ogni cornice è come una vasca in cui è contenuto il desiderio annegato
Le foto sono di dimensioni pari a circa 40×40 cm, la cornice appena più grande e di profondità adeguata ad alloggiare il sistema di retroilluminazione a led.
Ombra e Luce
-Una sala in penombra, quasi al buio, illuminata dai soli oggetti esposti.
Una luce azzurrata, la luce che filtra dall’acqua delle fotografie, illumina la sala in maniera discreta concedendo al visitatore un momento di raccoglimento o di riflessione, senza le influenze del mondo esterno.
All’ingresso della sala un primo pannello in tessuto sospeso introduce il visitatore con un breve descrizione e con una vasca al di sotto in cui si trova il primo desiderio annegato, un ex voto.
Questa prima sosta consente al fruitore di abituarsi alla luce della sala e di leggere il breve testo che spiega il lavoro.
Ogni teca ha una propria sorgente luminosa, regolabile di potenza. Una settima luce molto bassa illumina l’acqua al di sotto del pannello all’ingresso della sala.
Per garantire la necessaria privacy e l’atmosfera giusta le due porte saranno oscurate.
Acqua
Il desiderio sott’acqua è un desiderio annegato, un desiderio spogliato del proprio mistero e della fede che lo ha generato. L’acqua è nel progetto fotografico e ritorna come matrice del progetto della mostra.
L’acqua è fisicamente presente nella sala e la sua voce accompagna il visitatore durante il percorso, cullandone il pensiero.
Una vasca, un catino, un recipiente di acqua. Un file audio con la voce dell’acqua.
Tessuto
Alcuni pannelli in tessuto sospesi al soffitto definiscono le sei stazioni di raccoglimento, sei piccole edicole dedicata ciascuna a uno degli ex-voto retro-illuminato.
Il pannello di fondo nasconde i cavi di alimentazione delle cornici delle fotografie
Inginocchiatoi
Uno per ogni stazione, alludono alla necessità di raccogliersi, all’attimo in cui si esprime il desiderio, in cui si chiede l’atto d’amore. Solo trovando il giusto punto di osservazione della realtà possiamo riflettere liberi da condizionamenti esterni. Per vedere e apprezzare la fotografia il fruitore dovrà trovare il giusto punto di osservazione e inginocchiarsi davanti a desiderio.
Dimensioni standard per singolo inginocchiatoio pari a circa 60×50 cm, di recupero o realizzati in autocostruzione in legno, gomma piuma e tessuto.